X Makers insegna ai bambini di oggi la tecnologia di domani
Dopo il successo di Art Attak, uno dei programmi per bambini di maggior successo negli ultimi anni, Giovanni Muciaccia ritorna a far divertire con X-Makers. Letto così sembra una versione alternativa di X-Factor ma in realtà i due programmi hanno poco a che fare. Il programma, infatti, è trasmesso da DeA Kids, il canale satellitare per bambini di De Agostini, è sostenuto da un progetto ambizioso che prevede la messa in onda ogni venerdì alle ore 20 al canale 601 di Sky. La portata rivoluzionaria della trasmissione sta nel fatto che il suo format è il primo ad avvicinare i bambini alla robotica e alle stampanti 3D, grazie ad un linguaggio consono ai più piccoli. Muciaccia guida i giovani telespettatori alla scoperta delle tecnologie che tra pochi anni saranno al centro di una nuova rivoluzione tecnologica.
Un cast d’eccezione
Fiction e divulgazione scientifica andranno a braccetto nella trasmissione. Accanto a Muciaccia troviamo, infatti, il fisico Massimo Temporelli (responsabile di uno dei FabLab di Milano) e i giovani Francesco Marchioro e Giulia Palaferri. A completare la squadra c’è l’androide iCub, piccolo robot umanoide creato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e che stavolta presta i propri bulloni alla tv. Nella prima puntata, ad esempio, gli X Makers ha trasformato un normalissimo monopattino in qualcosa di molto più accattivante e al passo coi tempi. Con una stampante 3D vengono apportati dei miglioramenti estetici che lo hanno reso molto simile a un Tirannosauro e un minuscolo trapano (con batteria annessa) ne ha consentito il movimento senza fatica.
I punti di forza di X Makers
Tra le novità più interessanti troviamo le stampanti 3D e il Fab Lab. Quest’ultimo è uno spazio enorme che ricorda molto una vecchia bottega artigiana dove degli ingegnosi e giovani “makers” spiegano come funzionano le stampanti 3D e non si tirano indietro se gli si chiede di avere una dimostrazione del loro funzionamento. X Makers, dunque, ha una funzione educativa perché prepara i ragazzi di domani a conoscere, oggi, le tecnologie che saranno di utilizzo comune nei prossimi anni.