La vera storia di Woodstock

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Siamo abituati a pensare al festival di Woodstock come ad un evento che ha segnato la storia della musica e in generale della cultura di tutto il mondo.
“3 giorni di pace, musica e amore”, questo era il claim del manifesto del festival, che si tenne nella contea di Ulster, nello stato di New York; secondo l’immaginario collettivo furono tre giorni di musica ad altissimi livelli, ma per gli addetti ai lavori fu un vero e proprio incubo.
Più che immaginario collettivo si può parlare di follia collettiva; gente nuda in preda alle visioni da LSD, fango e letame ovunque, sesso di gruppo dove capitava.

“Ma che mito, Woodstock fu uno schifo!” è quello che ha dichiarato Eddie Kramer in un’intervista rilasciata durante la presentazione di alcuni effetti a pedale per chitarra che portano il suo nome.
Le oltre 500.000 persone arrivate al festival si lasciarono prendere un po’ troppo la mano, soprattutto con le droghe.

Kramer era ed è uno dei migliori ingegneri del suono al mondo, ha registrato per i Beatles, i Rolling Stone e soprattutto per Jimi Hendrix, di cui era anche grande amico.
A Woodstock era uno degli addetti alle registrazioni delle performance artistiche che si tenevano sul palco,
e ne ha viste di tutti i colori; nessun  rispetto della scaletta e dei tempi sul palco, improvvisazioni che furono esempi di genialità musicale ma anche grandi flop, e il pubblico era quasi totalmente in preda alle droghe.

Anche chi doveva restare vigile perse il controllo, dai fonici ai manager, e Kramer fu costretto ad iniettarsi due fiale di vitamina B per restare sveglio e continuare le registrazioni da solo.

Per fortuna grazie a lui è possibile ascoltare ancora adesso l’esibizione di Jimi e tutto quello che ha inventato sul palco all’alba del lunedì, quasi alla fine del festival; salì sul palco alle 4 e 30 del mattino e tutti erano lì ad aspettarlo.
Un epoca e una cultura finite insieme nella stessa alba.

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