di Alessia Giannino
Oggi Via Chiaia è una delle strade più famose per lo shopping partenopeo ma, un tempo, laddove adesso ci sono i negozi, scorreva un piccolo fiumiciattolo che da Pizzofalcone si inoltrava verso il mare.
In effetti, in tempi antichi Napoli doveva essere più “acquatica” rispetto ad oggi, in quanto bagnata non solo dal mare ma anche da fiumi e laghi.
La città “tra tre acque”
Tantissime sono le storie e le leggende che raccontano la nascita di Napoli: l’antica Palepolis ha origini greche; infatti, i coloni provenienti dalla Penisola Ellenica si trasferirono in questa posizione strategica proprio perché si trovava “tra tre acque”.
A scomparire nel tempo, oltre al fiume di Via Chiaia, è stata anche la Porta Petruccia, una grande porta costruita nel 1500 che divideva la città nuova da quella vecchia. Era chiamata anche Porta di Chiaia o Porta Romana e fu abbattuta per volere di Ferdinando IV nel 1782. Ciò portò al popolamento del circondario e all’espansione del nucleo urbano verso ovest, proprio come desiderava il re.
Il Ponte di Chiaia
Nel frattempo, nel 1636, il vicerè Manuel de Acevedo y Zúñiga conte di Monterey fece costruire il Ponte di Chiaia, in modo da collegare la collina di Pizzofalcone ai Quartieri Spagnoli. Questi ultimi erano sorti il secolo prima per accogliere i militari spagnoli, appunto, che avevano il compito di reprimere eventuali rivolte della popolazione napoletana. Inizialmente il ponte non presentava l’attuale stile neoclassico: era rozzo e incompleto e, per arrivare al livello superiore della strada, ci si doveva avvalere di una rampa che, in poco tempo, divenne un punto malfamato della zona. Nel 1834 il ponte fu restaurato, la rampa fu sostituita da una tromba di scale e vennero aggiunte decorazioni e fregi in marmo.
Oggi il ponte si manifesta in un’unica arcata: la seconda, infatti, è nascosta nei palazzi che sono stati costruiti successivamente. Con l’Unità d’Italia, infine, lo stemma dei Borbone fu sostituito da quello dei Savoia e la scala, in tempi recenti, è stata a sua volta trasformata nell’Ascensore Chiaia.