Gesti salva vita: manovre di disostruzione pediatrica

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L’estate è una delle stagioni maggiormente amate, soprattutto dai più piccoli. Mare, sole e giochi. Molto spesso l’euforia dei momenti spensierati distrae anche i neo – genitori da quelli che possono essere i pericoli che, purtroppo, neanche la bella stagione pone a riposo. Per tale ragione la conoscenza delle tecniche di disostruzione pediatrica va man mano diffondendosi, soprattutto grazie alla costante opera di formazione perpetrata dagli operatori sanitari e dai volontari delle associazioni più attive in materia, come la Croce Rossa Italiana che, proprio qualche giorno fa, nel campo “Argos” di Sant’Anastasia (Na), ha sfornato ben 40 operatori nel settore.

Ma cosa fare quando un bambino o un lattante ingerisce un corpo estraneo?

Sfatati i luoghi comuni dell’insistente “pacca” interscapolare e del capo posto in giù, i gesti salva – vita da eseguire, prima che l’incoscienza sopraggiunta obblighi la chiamata alla centrale operativa dell’118, sono molto semplici. Innanzitutto bisogna capire se il bambino o il lattante sia vittima di un’ostruzione parziale o totale. Nel primo caso, il piccolo tossirà o piangerà, respirando, a tratti, affannosamente e a fatica. In tal caso l’operatore, eseguendolo o imitando il movimento, dovrà incitarlo a tossire fino a quando il corpo estraneo non sarà espulso o, il minore, smetterà di tossire o respirare. In tale ultimo caso, bisogna distinguere se siamo in presenza di un bambino o di un neonato. In entrambi i casi, difatti, ci sono alcune manovre specifiche da eseguire. Nell’ipotesi che a soffocare sia un bambino, bisogna dapprima porsi alle spalle dello stesso e porlo in una posizione detta di “piano declive”.

E’ necessario, poi, alternare 5 pacche interscapolari con via di fuga, facendo attenzione a non colpire il capo e 5 colpi “a cucchiaio”, propri dell’intercostale “manovra di Heimlich”. Tutto ciò fino a quando o il fanciullo si riprende o diventa incosciente. In quest’ultimo caso lo stesso va steso su un piano rigido e, dopo aver allertato il 118, vanno eseguite le manovre RPC. Stesso discorso per il neonato, solo che, alla “manovra di Heimlich”, si sostituiscono 5 compressioni lente e profonde tra l’incrocio dei seni. Anche in questa ipotesi bisogna perseverare nelle manovre, fino a quando il lattante o espellerà naturalmente il corpo estraneo o diventerà incosciente. In quest’ultimo caso verrà sdraiato lentamente su un piano rigido e, facendo attenzione a porre un supporto al di sotto delle spalle, verrà allertato il 118, dopo aver iniziato ad eseguire le manovre di RPC.

In entrambe le situazioni bisogna non dimenticarsi mai non solo la chiamata di aiuto generico, ma, una volta capita la situazione di difficoltà del piccolo, anche di richiedere, pericolo passato o meno, una pronta ospedalizzazione. Inoltre, il corpo estraneo, se visibile, potrà essere prelevato dalla bocca, operando una semplice manovra ad uncino in caso d’incoscienza del soggetto. Che dire? A volte, conoscere, può divenire fondamentale per la sopravvivenza.

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