Natale a Napoli, le sue tradizioni

Tutte le tradizioni partenopee durante le festività natalizie

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Natale a Napoli è un periodo dove domina la tradizione. Specialmente nel periodo natalizio, i napoletani sono abituati a rispettare una serie di riti che affondano le loro radici in molti secoli fa.

Andiamo a vedere insieme quali sono le principali tradizioni napoletane durante il natale.

Il presepe

Fare il presepe è una tradizione che negli ultimi anni sta scemando, ma ancora oggi in molte case dei napoletani è possibile trovare a natale delle vere e proprie opere d’arte.

Ma da dove nasce l’usanza del presepe? Il termine risale ad un atto notarile dell’anno mille. Nel 1340 la moglie di Roberto D’Angiò, la Regina Sancia D’Aragona, donò un presepe alle Clarisse del Monastero di Santa Chiara. Attualmente la statua della Madonna del presepe regalato dalla regina è conservata all’interno del Museo di San Martino.

Tra gli appassionati dei presepi vi era anche il re nasone, Ferdinando IV di Borbone, il quale sotto il suo regno spinse notevolmente la loro diffusione. Il re era solito commissionare la realizzazione delle statuette allo scultore e autore del Cristo velato Giuseppe Sammartino.

La tombolata

A Napoli non è natale senza una tombolata. In ogni casa durante questi giorni, migliaia di famiglie si riuniscono per giocare con i numeri della smorfia.

Le origini del gioco risalgono al 1734, quando  Carlo III di Borbone governava il Regno di Napoli. Il Re, su invito del suo padre spirituale che non tollerava più l’esistenza del gioco del lotto, considerato una distrazione dalla vita spirituale dei più poveri, decise di sospendere il gioco durante il periodo natalizio.

Ma i napoletani non volevano proprio rinunciare al gioco ed è così che nacque la tombola. Tuttavia, giocare e annunciare i numeri, come avveniva nel lotto, era molto pericoloso e si correva il rischio di essere scoperti. Ma l’ingegno napoletano riuscì a trovare una soluzione al problema: invece dei numeri si chiamava il significato associati ad essi.

Agli inizi del novecento il gioco arrivò anche oltreoceano. Gli emigranti napoletani negli Stati Uniti d’America diedero vita ad una variante del gioco che chiamarono Bingo, derivante dall’unione dei termine bean game, gioco di fagioli, che richiama all’uso dei fagioli per segnare le cartelle.

I piatti tipici della tradizione natalizia napoletana

Ogni giornata del natale a Napoli è scandita da un piatto tipico della tradizione. Si parte dalla cena della vigilia fino al pranzo del giorno della befana.

La tradizione culinaria natalizia a Napoli è ricchissima di prelibatezze da assaggiare assolutamente. Il giorno del 24 dicembre solitamente si evita un pranzo eccessivo in vista del cenone. In molte famiglie è tradizione fare delle pizzette fritte. La sera invece si parte con un classico spaghetto con le vongole, che può essere preparato sia in bianco che con il pomodoro. Non possono mancare poi il baccalà, il capitone e l’insalata di rinforzo, il cavolo bollito al quale vengono aggiunte olive, acciughe e papacelle.

Il pranzo del 25 dicembre è composto dall’immancabile minestra maritata, dai fusilli con ragù come primo piatto e da un secondo a base di carne. Questi sono solo alcuni dei menù tipici, poiché nel corso degli anni ogni famiglia napoletana ha dato luogo ad una propria tradizione.

Dolci

Ci sono però delle prelibatezze che non possono mancare su nessuna tavola partenopea durante il natale: i dolci. Si parte con gli struffoli, composti da tante palline di pasta di circa 1 cm di diametro che, dopo averle fritte nell’olio o nello strutto, vengono avvolte nel miele. Infine, vengono anche decorati di pezzetti di cedro e confettini colorati, conosciuti dai napoletani come i “diavulilli”.

Il roccocò invece è un dolce realizzato con farina, zucchero, mandorle, canditi e pisto napoletano. Si tratta di un biscotto molto duro e che può essere però ammorbidito immergendolo nel vino o nel marsala.

Infine, tra i dolci tipici della tradizione napoletana ci sono i mustacciuoli, dei biscotti morbidi, la cui origine risale all’epoca tardo-medievale. Sono preparati con zucchero, farina, acqua tiepida, mandorle, miele, cacao amaro, cannella e cioccolato fondente.

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